Ambiente, Europa, Politica
Tutte le bugie e i voltafaccia sul TAP. Che non ci salverà dal gas russo. e ci lega a un’altra dittatura
Vedete questi due uomini? Quello a sinistra è Vladimir Putin, ed è inutile che ve lo presenti. Quello a destra è Ilham Aliyev, il presidente dell’Azerbaigian. Magari il suo nome potrà dirvi poco, ma in Puglia conosciamo bene i legami tra il nostro Paese e il suo. Anzi, IL legame: il gasdotto TAP.
Ricordo bene le battaglie che ho condotto in questi anni contro questo progetto. Ricordo bene anche le persone che con me hanno condiviso tale lotta. Tra questi, c’era anche il sottosegretario 5 stelle Manlio Di Stefano, che oggi ha cambiato idea: “Il TAP è un’opera strategica, lavoriamo al suo raddoppio”, ha detto di recente.
Di Stefano non è il solo, a dirla tutta.
Con lui, in tanti hanno cambiato idea. Mentre i politici e i grandi media che hanno sempre sostenuto l’opera stanno facendo a gara in questi giorni per esaltare il TAP come il grande progetto che salverà l’Italia da un eventuale taglio delle forniture di gas dalla Russia. “Ci emancipiamo da un dittatore”, dicono i pro-TAP riferendosi a Putin.
Peccato che questa versione dei fatti cozza con 2 realtà palesi. Ecco quali:
1 – L’Azerbaijan è un regime governato da quasi 30 anni dalla dinastia degli Aliyev: per 10 anni è stato presidente il capostipite Heyder Aliyev e dal 2003 il figlio Ilham, quello della foto. L’Azerbaijan è uno degli stati più autoritari al mondo, è nei gradini più bassi di ogni classifica internazionale sulla libertà economica, politica o di stampa, un regime dispotico che dovrebbe essere isolato per le sistematiche violazioni dei diritti più elementari. Da ex repubblica sovietica quasi fallita l’Azerbaijan è diventata “un’economia petrolifera ricca e corrotta” (parole dell’Economist, non dei pazzi No Tap come la sottoscritta). L’evidenza, però, fa fatica a essere raccontata in Europa e in Italia, visto che l’oligarchia del Paese ha saputo usare le sue fonti fossili nei tavoli che contano.
2 – Ma quindi l’Azerbaijan (e il suo TAP) ci salveranno nel caso di uno stop alle forniture di gas dalla Russia, visti i tempi che corrono in quel dell’Ucraina, così come dicono i nostri grandi media e politici? Neanche per sogno. Non lo dico io, ma – udite, udite – lo stesso presidente Aliyev: “I volumi di gas che possiamo fornire noi non sono comparabili con quelli della Russia”, ha detto al Pais poche settimane fa.
Del resto, basta guardare i dati: il TAP può trasportare al massimo 10 miliardi di metri cubi di gas (che non finiscono solo a noi). Nel 2021, ne ha forniti circa 7. L’Italia ha a oggi bisogno di 70-75 miliardi di metri cubi di gas all’anno. La Russia ce ne ha forniti 29 miliardi nel 2021, senza considerate il gas naturale liquefatto che ci ha spedito via nave. Anche un bambino capirebbe che il TAP non risolve alcuna dipendenza.
Non risolve la dipendenza dalla Russia, da cui dovremo continuare a chiedere gas. E non risolve la “vera” dipendenza, che è quella dal gas e dalle altre fonti fossili.
L’alternativa ai giacimenti controllati dai regimi o dalle lobby del fossile la si costruisce investendo nelle fonti rinnovabili. Abbiamo il sole che splende sulle nostre teste. E possiamo e dobbiamo utilizzarlo più di quanto fatto finora. Sul sole, poi, almeno per ora, non ci sono dittatori
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