Comunicati Stampa
Ponte sullo Stretto dall’UE nessun finanziamento, dal governo solo fake news
L’interrogazione alla Commissione UE
No, l’Europa non ha deciso di finanziare il Ponte sullo Stretto, né di avvallare il faraonico e fantasmagorico progetto su cui il ministro Salvini è così impegnato. Checché ne dica il governo italiano, con l’approvazione del regolamento Ue Ten-T, l’unica novità è che è stata aggiunta la parola ‘ponte’ tra le opere realizzabili nell’ambito del corridoio Scandinavia-Mediterraneo. Questo, però, non vuol dire che vi sua un impegno automatico di finanziamento da parte dell’Ue per la costruzione. La postilla aggiunta, come ha chiarito il coordinatore del corridoio, Pat Cox, prevede a oggi solamente il cofinanziamento al 50% degli studi di fattibilità e delle valutazioni d’impatto, insomma pochi milioni di euro a fronte di un’opera che, stando alle previsioni strampalate del governo Meloni, dovrebbe costare oltre 13 miliardi. Perché i soldi Ue vadano anche all’eventuale costruzione, la strada è più che in salita, e richiederà diversi anni. Sempre che Bruxelles decida di finanziare il ponte. Prima di farlo andranno soddisfatti una serie di requisiti (sostenibilità finanziaria, maturità progettuale e compatibilità ambientale) che la bozza di progetto sul tavolo a Roma ancora non soddisfa, neanche lontanamente. Per smentire una volte per tutte le fake news di Salvini e Meloni, insieme al collega Ignazio Corrao, ho inviato una lettera a Cox e un’interrogazione alla Commissione europea. Sono certa che le risposte metteranno fine una volte per tutte a una campagna di disinformazione orchestrata per interessi che poco hanno a che fare con lo sviluppo del Sud, della Sicilia e della Calabria
Aggiornamento del 26 aprile
La Commissione europea “è a conoscenza del fatto che le autorità italiane stanno preparando gli studi preparatori necessari per portare avanti il progetto” del Ponte sullo Stretto, ma “non è a conoscenza di una decisione definitiva o di un allineamento concreto per il ponte. È anche per questo motivo che le mappe del regolamento TEN-T rivisto raffigurano il progetto come un progetto di ‘studi/idee’” e non come una vera e propria infrastruttura.
Lo scrive Pat Cox, coordinatore del corridoio Scandinavo-Mediterraneo della rete TEN-T, rispondendo a una lettera di chiarimenti inviata dagli eurodeputati dei Verdi europei, Rosa D’Amato e Ignazio Corrao.
“Il Ponte sullo Stretto, per essere finanziato con fondi Ue, dovrebbe rientrare nel corridoio Scandinavo-Mediterraneo – dice D’Amato – Ma come abbiamo denunciato da tempo, e come ci ha confermato la Commissione europea, a oggi quella del Ponte è solo ‘un’idea’, uno ‘studio’. Non c’è nessuna opera infrastrutturale a cui l’Ue ha dato il suo benestare. Semmai, come chiarito da Cox nella sua lettera, Bruxelles può solo cofinanziare con un contributo pari al 50% gli studi che hanno lo scopo di preparare la fase di costruzione di progetti. Nel caso del Ponte – continua D’Amato – Cox ha tenuto a precisare che l’eventuale contributo, sempre se erogato, coprirebbe solo lo studio sull’infrastruttura ferroviaria, e non quello sull’intera opera. Insomma, parliamo di qualche milione di euro, briciole per un’opera che, secondo i calcoli strampalati del governo italiano, dovrebbe costare almeno 13-14 miliardi di euro”.
Nella sua lettera, Cox conferma che la Commissione è a conoscenza solo del fatto che l’Italia sta conducendo degli studi preparatori.
“Senza conoscere i risultati degli studi preparatori, non è possibile fare ipotesi su un potenziale contributo dell’Ue alle attività di costruzione del previsto ponte sullo Stretto di Messina”, conclude il coordinatore del corridoio TEN-T Scandinavo-Mediterraneo. “La verità è che il Ponte sullo Stretto non ha ricevuto nessun via libera da Bruxelles, ed è altra la probabilità che non lo riceverà mai – attacca D’Amato – Come ribadito da diversi esperti, i criteri che deve soddisfare l’opera, compresi quelli ambientali, sono in contrasto con i sogni di gloria del ministro Salvini e delle imprese interessate alla sua costruzione. Questo ennesimo tentativo non farà altro che aumentare le spese inutili che si sono accumulate nei lustri a carico dei contribuenti italiani. Per un ponte che non vedrà mai la luce”, conclude l’eurodeputata dei Verdi europei.
Comments are closed