Osservatorio Fondi UE
Osservatorio fondi Ottobre 2017
Casi individuati
Truffa sui fondi Ue Condannato anche il caseificio, 4 ottobre 2017
https://www.pressreader.com/italy/corriere-della-sera-bergamo/20171004/281535111195779
Bergamo. Oltre ai due amministratori e a due consulenti, anche il caseificio Latini di Grumello è stato condannato, alla sanzione di 70.000 euro. Agli imputati sono stati sequestrati 447.000 euro, l’equivalente dela truffa dei fondi europei. Dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, tramite la Regione, erano stati ottenuti 447.000 euro. E 447.000 euro sono stati prima sequestrati sui conti degli imputati e ora, con la condanna, confiscati dal giudice. Quei soldi ritenuti provento di truffa aggravata restano congelati fino a sentenza definitiva.
Per ora ci sono le condanne in primo grado del giudice Massimiliano Magliacani: 15 mesi per Adriano e Luigi Latini, padre e figlio, 78 e 47 anni, soci amministratori della Latini Adriano snc, società casearia di Grumello del Monte. Stessa pena per i consulenti Claudio Miglio, 53 anni, bre- sciano ed Eugenio Pelosi, 64 anni, milanese. Tutti senza condizionale. Secondo il pm Fabrizio Gaverini il contributo per un nuovo investimento, il caseificio, è stato utilizzato per lavori già realizzati o in corso d’opera. Anche la società è stata condannata, alla sanzione amministrativa di 70.000 euro ma nel contesto del processo penale. E alla Regione, parte civile, vanno 100.000 euro da Adriano Latini (ne aveva chiesti 447.000 per danno d’immagine), per il quale il pm aveva invece chiesto l’assoluzione (per gli altri 2,8 e 2 anni) perché nelle pratiche per il finanziamento la sua firma non compare.
La vicenda risale al 2007. La proprietà (Innim, di Adriano Latini) sta trasferendo lo stabilimento per la stagionatura dei formaggi. Esce il bando per il contributo del 30% a nuovi interventi e la famiglia decide di realizzare il caseificio. È il 2008, usa gli stessi fornitori dei lavori allo stabilimento ma scorpora il preventivo. Pelosi cura la richiesta, Miglio verificherà che i lavori corrispondano a quanto dichiarato alla Regione. Ma secondo la Finanza il bando non è stato rispettato: porte e pannelli, per esempio, erano già stati pagati prima dello scorporo; gli impianti di refrigerazione presentati come due in realtà erano uno solo, per il caseificio e per la stagionatura.
Truffa su Fondi UE a Canicattì, 7 ottobre 2017
http://www.mediterraneocronaca.it/2017/10/07/truffa-su-fondi-ue-a-canicatti/
Frode nel settore della Politica Agricola Comune: eseguito un provvedimento di sequestro preventivo di beni immobili e disponibilità di denaro per un importo complessivo di oltre 100.000 euro nei confronti di un imprenditore agricolo. La Tenenza della Guardia di Finanza di Canicattì, nell’ambito di un’attività di polizia giudiziaria volta al contrasto delle frodi nel settore dell’imprenditore che ha falsamente denunciato un contratto di locazione ed affitto di beni immobili riportante quale causa il decesso in epoca antecedente alla stipula di dello stesso contratto ed utilizzato false dichiarazioni necessarie per il regolare accesso ai benefici comunitari. In tal modo, l’imprenditore ha indotto in errore i funzionari della Regione Sicilia e dell’Agea, conseguendo i sussidi erogati dall’Unione Europea nel settore della P.A.C. ed integrando il reato di truffa aggravata a danno dell’Unione Europea. Sono stati sequestrati 20 unità immobiliari, fra porzioni di fabbricati e terreni, e denaro per una somma complessiva di circa 102.500 euro, fino a concorrenza del valore del profitto realizzato mediante le condotte delittuose dall’indagato.
Fondi Ue, la truffa dei 400 pescatori: raggiro da 16 milioni, 7 ottobre 2017
Per salvare l’ambiente marino la Comunità europea nel 2006 decide di istituire un fondo per la pesca. Un contributo di 40mila euro per lasciare la pesca ed aprirsi un’altra attività entro 18 mesi, altrimenti il finanziamento va restituito. Soldi erogati tutti insieme a patto inoltre di cancellarsi dal registro dei pescatori marittimi (con la possibilità nel caso di riscriversi cinque anni dopo aver liquidato tutto il contributo) e non avere sentenze di condanna passate in giudicato. La Regione Campania nel 2011 istituisce il bando e assegna contributi a centinaia di pescatori.
Oggi viene fuori che su 75 – sono solo i primi a finire nel mirino, ma si parla di ben 400 pescatori per un raggiro di 16 milioni – nessuno ha mai aperto un’altra attività. Ma tutti hanno preso e mai restituito quei contributi usati per tutt’altro: viaggi, matrimoni, case, auto. Anche chi non aveva i requisiti: ben 17 le persone con condanne penali che hanno dichiarato il falso. La maggior parte ha continuato a pescare anche senza avere più l’autorizzazione. Come Filippo, Luciano e Luigi ‘beccati’ al largo delle acque di Torre Annunziata, Napoli e Pozzuoli dalla Guardia di Finanza che così ha cominciato a mettere insieme i primi tasselli della maxi truffa. Un sistema che sembrerebbe aver fruttato anche ai patronati. Diversi pescatori si sarebbero rivolti ai caf per chiedere aiuto a compilare la pratica che ad alcuni sarebbe costata anche fino a 400 euro. Non solo la corsa a lucrare, ma anche quella a non perdere i fondi europei che sono stati elargiti anche a chi difficilmente avrebbe potuto ‘riconvertirsi’.
Scorrendo le date di nascita dei pescatori che hanno ottenuto i contributi ci sono anche Aniello, Pietro, Vincenzo, Sabato e tanti altri, tutti nati negli anni Trenta, per la maggior parte a Cetara. A settant’anni suonati, i dirigenti regionali – ora sotto accusa per non aver controllato – hanno concesso loro 40mila euro per trovare un altro impiego, quando già erano in pensione. Qualcuno come Aniello si è anche iscritto al centro di collocamento. Sembra una barzelletta, ma è la realtà. Maledettamente reali sono soprattutto quei 3 milioni di euro andati in fumo, di cui ora dovranno rispondere tutti e 75. Per 17 di loro la magistratura contabile ha chiesto il sequestro conservativo di crediti, assegni e indennitàall’Inps e alla Regione Campania. Per gli altri una quota di circa 10mila euro. “Una condotta – scrive il pm contabile – inadempiente ed illecita”. Nessuno sviluppo sostenibile della pesca, nessuna tutela e nessuna riconversione professionale: solo un mare di indebito uso di soldi pubblici.
Truffa sui fondi Ue, condannato imprenditore di Cosenza, 31 ottobre 2017
Alfonso Mirabelli è stato condannato a otto mesi, con la condizionale della pena sospesa e non menzionata, e al pagamento delle spese processuali. Insieme a lui a rispondere del reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche anche la società “Esse E servizi agricoli ed enologici Srl” all’epoca dei fatti rappresentata da Roberto Mirabelli nei confronti del quale non è più possibile procedere poiché deceduto.
Il pubblico ministero Giuseppe Francesco Cozzolino affiancato dagli agenti di polizia giudiziaria nel corso delle indagini ha fatto emergere come l’azienda sia stata beneficiaria di un contributo di 700mila euro concesso dalla Regione Calabria con il finanziamento dei progetti per il Por Calabria. Roberto Mirabelli, con artifici e raggiri avrebbe indotto in errore i funzionari della Regione che si occupavano della fese istruttoria della domanda di finanziamento. Il contributo è arrivato diritto nelle tasche dei due soci con due rate; una di 280mila euro, l’altra di 175mila. Il raggiro all’ente pubblico sarebbe avvenuto attraverso la falsa fatturazione ad opera di un’altra società sempre amministrata da Roberto Mirabelli, mente e braccio operativo, con l’unico scopo di ottenere i soldi. La “Esse E servizi agricoli ed enologici Srl” è stata condannata al pagamento di 200 quote dal valore di 1000 euro. Il Tribunale di Cosenza ha disposto ancora nei confronti della società la confisca del capannone in uso per i servizi agricoli ed enologici, nonché il sequestro dei materiali di proprietà della società. Non va bene neanche ad Alfonso Mirabelli i cui beni, mobili e immobili, vengono sequestrati fino al momento in cui non avrà corrisposto la cifra di 455mila 933 euro.
A titolo informativo
Fondi Ue, truffe in continuo aumento, 1 ottobre 2017
Nell’ultima relazione consegnata al Parlamento, la Calabria, insieme alla Puglia, sono le maglie nere d’Italia per quanto riguarda le frodi o le irregolarità relative ai fondi UE. Agricoltura e incentivi occupazionali sono terreno fertile per speculatori, criminali o semplici furbetti.
Il paradosso dei fondi per l’agricoltura che rischiano di andare alla mafia e non agli agricoltori, 1 ottobre 2017
Fondi europei per l’agricoltura che vanno alla mafia e non agli agricoltori. Il paradosso di una burocrazia che sfavorisce le imprese che coltivano i terreni confiscati alla criminalità organizzata. Faticano ad ottenere i fondi della PAC, la politica agricola comune. Mentre il mancato automatismo tra confisca di suoli e blocco dei fondi consente alla malavita, in alcuni casi, di continuare a percepire soldi anche dopo la perdita del terreno.
La Procura europea: cos’è e a cosa serve, 10 ottobre 2017
https://www.panorama.it/news/in-giustizia/procura-europea-cosa-e-cosa-serve/
Per varare definitivamente (e operativamente) l’Eppo serviranno almeno tre anni: da quel momento, la nuova “Procura europea” coordinerà le indagini nazionali sulle frodi a livello comunitario, avrà competenza giurisdizionale esclusiva, e dovrà perseguire penalmente ogni abuso. Sarà, insomma, un organismo indipendente, composto da magistrati, e specializzato nella lotta alla criminalità finanziaria nell’Ue. Una volta istituita, la Procura europea sarà dotata dei poteri d’indagare e di perseguire alcuni specifici reati ai danni del bilancio dell’Unione, come la corruzione o le frodi relative ai fondi Ue oltre i 100 mila euro, oppure le frodi sull’Iva a livello transfrontaliero, purché superiori a 10 milioni di euro.
Oggi gli interessi finanziari dell’Unione non sono sufficientemente tutelati e le frodi transfrontaliere in materia di Iva costituiscono una grave perdita per i bilanci nazionali che ogni anno perdono almeno 50 miliardi di gettito Iva in frodi transfrontaliere. La criminalità organizzata guadagna altri miliardi di euro eludendo le norme nazionali ed evitando le azioni penali. Oltre all’Iva, nel 2015 gli Stati membri hanno individuato e segnalato alla Commissione Ue irregolarità fraudolente per circa 638 milioni di euro. La Procura europea dovrebbe garantire una maggiore efficacia dell’azione penale e un migliore recupero delle somme oggetto di frode.
Fondi Ue, scatta la caccia ai furbetti, 11 ottobre 2017
http://www.ilgiornale.it/news/milano/fondi-ue-scatta-caccia-ai-furbetti-1451624.html
Una Procura europea per contrastare le frodi ai danni dell’Europea. È stata votata giovedì l’istituzione della nuova struttura che sancisce la cooperazione giudiziaria in materia di irregolarità contro il bilancio Ue. Secondo le stime della Corte dei Conti l’Italia ha perso nel 2015 356 milioni per frodi su fondi europei, anche se il nostro Paese risulta anche quello che ha perseguito meglio le frodi. L’Italia comunque spreca molte occasione con i fondi europei. Dall’analisi dello staff Ppe-Fi sui dati dell’Olaf (l’Ufficio europeo per la lotta antifrode) la Lombardia risulta invece Regione virtuosa su due diversi fronti: l’impiego delle risorse europee e – appunto – il controllo sulle infrazioni. La Lombardia è al secondo posto in Italia (dopo la Valle d’Aosta) per risorse impiegate relative a fondi europei. E dati positivi arrivano anche sul fronte delle segnalazioni: in Lombardia nel 2016 sono risultate 6 (erano 11 nel 2014 e soltanto 2 nel 2015)
Dall’estero
Elezioni in Repubblica Ceca, vince il populista Babis, 21 ottobre 2017
http://tg24.sky.it/mondo/2017/10/21/elezioni-repubblica-ceca-vittoria-andrej-babis-.html
Il 63enne miliardario si è affermato con distacco sugli avversari. Soprannominato il “Trump dell’Est”, è stato ministro delle Finanze ma ha lasciato il ruolo perché travolto da uno scandalo legato ai fondi Ue. Ora dovrà formare un governo di coalizione.
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