Diritti
Dal divieto di vendere le case più inquinanti all’allarme disoccupazione: chi fa terrorismo a danno della salute nostra e del pianeta
DAL DIVIETO DI VENDERE LE CASE PIÙ INQUINANTI ALL’ALLARME DISOCCUPAZIONE: CHI FA TERRORISMO A DANNO DELLA SALUTE NOSTRA E DEL PIANETA
Oggi, la Commissione europea ha presentato la sua proposta per rendere più efficienti (e sicure) da un punto di vista energetico case e altri immobili. Nei giorni scorsi, indiscrezioni aveva sollevato un polverone: “L’Ue vuole vietare la vendita e l’affitto delle case che consumano troppa energia”, hanno scritto un po’ tutti i media. La notizia si è rivelata una bufala: in realtà, la proposta della Commissione è di fare in modo che almeno il 15% del patrimonio immobiliare in Italia, pubblico e privato, che oggi ha una certificazione di classe G (la più bassa) salga di almeno un livello, diventando F. Per fare questo, c’è tempo fino al 2030 e soprattutto l’Ue ha ricordato che ci sono i finanziamenti europei già previsti per sostenere questo tipo di opere. Nessun divieto di vendita o affitto, solo la richiesta di un impegno agli Stati.
Ricordo che gli immobili nell’Ue producono più di un terzo delle emissioni di CO2 e rappresentano il 40 per cento del consumo energetico. E ricordo che case più efficienti da un punto di vista energetico vogliono dire bollette meno salate per chi li abita. Eppure, nell’Italia dei grandi gruppi immobiliari, questo tipo di discorso sembra una violazione dei diritti umani.
Lo stesso ragionamento vale per tutti gli allarmi lanciati da mesi dai vari Confindustria, Cingolani e scribacchini delle lobby fossili e del settore auto: “Con la transizione ecologica perderemo milioni di posti di lavoro”, dicono. Peccato che le analisi fatte da economisti e centri studi di tutta Europa dicano che le cose non stiano proprio cosi.
Per esempio, una valutazione di impatto commissionata da Bruxelles ha detto che si’, è vero, che in TUTTA EUROPA, la transizione potrebbe mettere a rischio 500mila posti di lavoro. Me ne creerebbe in compenso entro il 2030 oltre 1 milione.
Il fatto è che, come in tutti i grandi cambiamenti, bisogna farsi trovare preparati. E proprio oggi la Commissione ha presentato una serie di proposte per ridurre al minimo l’impatto sociale della transizione. Due le misure in particolare:
1 – Promuovere la formazione e la riqualificazione professionale attraverso i fondi già stanziati dall’Ue, dal Fondo sociale al Just transition fund, passando per il Pnrr. La transizione richiede nuove professionalità. Ed è bene cominciare ad avere italiani formati per questi nuovi lavori, anziché essere costretti a cercare forza lavoro altrove.
2 – Ridurre le tasse su lavoro e i redditi medi e bassi, e spostarle su chi inquina, come le lobby fossili. Con questi soldi, l’Ue propone di aumentare le misure di welfare per aiutare chi perde il lavoro e accompagnarlo verso il reinserimento.
A me sembrano tutte proposte di buon senso, e che guardano al futuro. Chi fa terrorismo sulla transizione vuole solo restare ancorato al passato, perché di quel passato si nutre la sua posizione di potere e di privilegio. Ma il mondo sta cambiando, e il Paese deve farsi trovare pronto e coglierne le opportunità. Il Sud, in particolare, puo’ giovarne. Sempre che il governo di Draghi e Cingolani lo permetta.
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