
Nell’ultima plenaria sono intervenuta ancora sull’RRF, o meglio, sulle ricadute reali di queste misure straordinarie nelle aree svantaggiate come il #Sud Italia.
Il ritornello sembra essere “No Reforms, no money”, cioè senza riforme, i fondi saranno bloccati. I nostri paesi devono potenziare equità ed efficienza amministrativa tutelando ambiente e il clima. Vero!
Ma se l’ONU denuncia che la riforma della giustizia in Italia lascia impuniti i crimini ambientali a causa di tempi di prescrizione troppo brevi, portando ad una sostanziale impunità gli ecoreati, che invece richiedono accertamenti complessi al pari dei reati dell criminalità organizzata?
Se ‘semplification’ diventa #deregulation, promuovendo tecnologie inaffidabili e inefficaci come cattura e stoccaggio della CO2, inceneritori, infrastrutture per il gas, metano, producendo più emissioni inquinanti e climalteranti?
Se la coesione economica, sociale e territoriale non viene promossa, come vuole l’art4 del Regolamento del RRF, ma anzi un sistema competitivo dei bandi fra Comuni, amplifica l’impatto sociale ed economico della crisi, in particolare sulle donne delle Regioni svantaggiate?
La Commissione europea non sia complice e tuteli i cittadini più deboli, altrimenti l’RRF non solo sarà la pietra tombale delle speranze del Mezzogiorno, delle regioni svantaggiate, di invertire la rotta, ma condannerà ad un debito insostenibile le prossime generazioni.
Comunicati Stampa
L’RRF non diventi la pietra tombale delle speranze del Mezzogiorno
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