
Senza una visione lungimirante non colmeremo il divario tra Nord e Sud
Il #RecoveryFund deve servire ad affrontare la crisi pandemica ma soprattutto a rendere l’Europa resiliente: servono piani e progetti lungimiranti.
Temo che nn succeda per i seguenti motivi e problematiche rilevate dai cittadini, ONG e Fondazioni (un monitoraggio pubblico , la mancanza di open data è inaccettebile):
il Piano Italiano “Italia Domani”usa soprattutto al SUD progetti Sponda , ossia progetti avanzati nella assegnazione degli appalti o nella realizzazione , già da finanziati con soldi nazionali. L’RRF diventa strumento sostitutivo e non additivo xchè il governo non garantisce il ristanziamento del denaro per gli stessi territori.
Uno degli assi strategici del Piano è l’inclusione sociale. Garantire una piena inclusione sociale è fondamentale per migliorare la coesione territoriale, aiutare la crescita dell’economia e superare diseguaglianze profonde accentuate dalla pandemia e ora dall aggravarsi della crisi energetica. Le priorità principali sono la parità di genere e il superamento dei divari territoriali. Giova ricordare che se al nord Italia 33 bambini su 100 vengono accolti negli asili, al sud le cifre precipitano sotto il 10.L’obiettivo relativo al superamento dei divari territoriali e al garantire la parità di genere non solo non sarà raggiunto ma il divario tra Nord e Sud Italia e tra uomini e donne delle due aree del paese rischia di essere ampliato, con le donne del Sud costrette ancora a rinunciare a realizzarsi a livello professionale per poter accudire i figli. Dico ciò xchè i bandi emanati per la realizzazione degli asili nido premiano con punteggio maggiore i Comuni con maggiore capacità di co-finanziamento comunale, quindi il Comune di Milano premia Comune Venafro della regione del Sud il Molise. un secondo bando usa una stima ISTAT che prevede una maggiore emigrazione a Nord al 2035 per allocare il denaro.Quindi agevolando Comuni a Nord.
L’altro aspetto è quello energetico.
E’ quantomai necessario accelerare nella diversificazione energetica puntando sulle energie rinnovabili e sulla filiera dell’idrogeno, sulle comunità energetiche per rafforzare la sicurezza economica, mitigando così il rischio di manipolazione da parte di paesi stranieri con regimi dittatoriali che hanno il monopolio su petrolio ed il gas.
Ma i paesi hanno PIANI Nazionali Energia e CLima aggiornati? No…quindi temo che i bandi non seguiranno una pianificazione che ci renda indipendenti da paesi terzi e lontani da net-zero. I bandi sono in ritardo e ad esempio un importante bando che permetterebbe a 5.532 comuni sotto i 5.000 abitanti, che rappresentano il 70% del numero totale, di svincolarsi dalle fonti fossili e dal caro bollette,+ non è stato ancora emesso.
Commissione Regioni (REGI)
L’Italia divisa dal PNRR
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