
Con più di 1.200 porti in Europa, le attività portuali rappresentano 3 milioni di posti di lavoro. Il 96% delle merci e il 93% dei passeggeri transitano attraverso 319 porti della rete TEN-T.
In questo contesto si inserisce la proposta di regolamento del collega Fleckstein, piuttosto “alleggerita” rispetto agli obiettivi iniziali della Commissione. Non condividiamo la piena liberalizzazione dei servizi portuali, viste le inevitabili conseguenze negative su un settore così disomogeneo in Europa;\r\n\r\nMa il regolamento rappresenta un passo avanti.
Le azioni collettive, non sono ritenute interruzioni dei servizi che giustificano misure di emergenza, E’ tutelato sia il diritto allo sciopero che i sevizi minimi. Il riferimento alla direttiva del 2001 ribadisce i diritti dei lavoratori in caso di trasferimento d’impresa, nonché gli obblighi di cedenti e cessionari.
I diritti alla formazione e la previsione di requisiti minimi professionali garantiscono la sicurezza e la buona esecuzione dei servizi. Infine, la trasparenza sull’uso dei fondi pubblici, ottenuta con una netta separazione nei bilanci tra fondi pubblici e privati, permetterà di tracciare l’uso dei soldi dei contribuenti e capire le attività a cui vengono destinati.
Trasporti
Porti, bene nuove norme Ue
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