Comunicati Stampa
CS Lavoratori ex-ILVA Analisi dati INAIL ASL
LAVORATORI Ex-ILVA, E’ ANCORA EMERGENZA SANITARIA.
Un’analisi integrata sui dati di salute dei lavoratori INAIL (2005-2024) e ASL Taranto (2007-2025) conferma un quadro sanitario di grave e persistente compromissione.
Malattie, infortuni e morti
- 2.035 Malattie professionali riconosciute dall’ INAIL, 934 tumori, 34% (691) delle quali sono risultate in decessi. 35 decessi all’anno (dati INAIL 2005-2024). 10 Lavoratori morti per incidenti sul lavoro.
- 13.728 Infortuni denunciati in 20 anni, 12.341 riconosciuti (in media: 617 infortuni/anno, quasi 2 infortuni al giorno)(dati ASL).
Non sono semplici “malattie” o “infortuni”, ma le conseguenze di un fallimento cronico nella prevenzione e nella protezione dei lavoratori.
Ancora oggi il rischio per la salute dei lavoratori è alto.
L’analisi temporale dimostra che la non-conformità persiste nonostante i cambi gestionali. Le denunce di malattie professionali all’ INAIL mostrano un trend allarmante: le malattie professionali denunciate all’ INAIL sono quasi raddoppiate (aumento del 99%) in 2 anni: da 145 nel 2022 a 289 nel 2024, il numero più alto degli ultimi 10 anni. Indica un peggioramento o, quantomeno, una persistenza di esposizioni pericolose che si traducono in patologie croniche.
LA PANDEMIA SILENZIOSA: I TUMORI
I numeri mostrano un quadro agghiacciante:il cancro è la “malattia professionale” per eccellenza all’ ex-ILVA.
- 934 i tumori riconosciuti dall’ INAIL, su 2035 malattie riconosciute;
- Quasi 1 malattia professionale su 2 è un tumore sia secondo i dati INAIL che i dati ASL.
- I tumori più segnalati sono i carcinomi di bronchi e polmone, seguiti dai tumori dell’apparato genito-urinario (vescica, rene, prostata e apparato genitale).
- carcinoma a bronchi e polmone(collegabili all’inalazione di polveri e inquinanti) e mesoteliomi (causati quasi esclusivamente dall’amianto) insieme, rappresentano oltre la metà (52%) di tutti i tumori.
INFORTUNI: IL COSTO UMANO DEGLI INCIDENTI SUL LAVORO
I dati sugli infortuni raccontano una doppia verità: un calo apparente dei numeri totali, che nasconde un rischio individuale ancora molto alto e un dramma umano fatto di morti, invalidità permanenti e giorni di lavoro persi.
Il Bilancio Complessivo: 20 Anni di Incidenti
- 13.728 Infortuni Denunciati tra il 2005 e il 2024.
- 12.341 Infortuni Riconosciuti dall’ INAIL.
- Una media di 617 infortuni all’anno, oquasi 2 infortuni al giorno per 20 anni.
- 10 Lavoratori Morti a causa di infortuni.
Le Conseguenze Permanenti: Invalidità e Giorni di Vita Persi
Gli infortuni non sono solo incidenti di un giorno. Hanno conseguenze che durano una vita.
- 2.646 Lavoratori con invalidità permanente a causa di un infortunio.
- 405.981 Giorni di lavoro persi in 20 anni, equivalenti a 1.112 anni di assenza.
- 730 Pensioni INAIL ancora pagate per infortuni (al 31/12/2024).
La Tragedia degli Infortuni Gravi e Mortali
- Quando gli incidenti sono molto gravi, le conseguenze sono spesso mortali.
- 67 Infortuni Gravissimi o Mortali (2005-2024).
- 14 di questi sono stati mortali. Vuol dire che 1 infortunio grave su 5 è finito con un lavoratore morto.
CONCLUSIONI:
I dati, incrociati tra INAIL e ASL, portano a conclusioni inoppugnabili:
- La fabbrica ha un problema cancerogeno strutturale, non risolto né dai cambi gestionali né dalle riduzioni del personale.
- I lavoratori più esposti (gli operai) sono quelli che pagano il prezzo più alto.
- La sicurezza non è migliorata in modo sostanziale. Il raddoppio delle denunce di malattie nel biennio 2022-2024 lo dimostra.
- Il costo umano di questa tragedia è permanente, con migliaia di famiglie che ancora oggi ricevono una rendita per la morte o l’invalidità del proprio congiunto.
Parere del dott. Roberto Giua
“I dati Inail e Asl documentano in modo inequivocabile la persistenza di condizioni lavorative nocive e l’attualità dei rischi per la salute dei dipendenti ex Ilva.
Ogni caso riconosciuto rappresenta un fallimento sistemico di tutela e una violazione etica e penale.
Questi dati devono essere resi pubblici e discussi in sede politica e giudiziaria, perché le implicazioni sono di natura sanitaria, ambientale, economica e morale.”
Questi numeri non sono un freddo elenco statistico. Sono storie di persone. Sono 691 padri, madri, figli e fratelli che non ci sono più. Sono oltre 2.000 lavoratori che combattono ogni giorno con una malattia terribile. E, come dimostra l’aumento delle denunce, la strage sembra non essere finita.
È necessaria una presa di posizione pubblica e istituzionale per garantire giustizia alle vittime, ma soprattutto assicurare la cessazione dei fattori di rischio, con il fermo dell’area a caldo , riconoscimento del lavoro usurante e promozione di una transizione industriale reale e sicura.
On. Rosa D’Amato
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