
Gli allevamenti intensivi hanno dimostrato tutto il loro impatto negativo sull’ambiente, sulla salute umana e sulla sicurezza alimentare. Non possiamo commettere lo stesso errore con l’acquacoltura. Ecco perché ho votato contro il report approvato oggi dal Parlamento europeo a Strasburgo. L’acquacoltura può e deve crescere, ma attraverso la promozione di pratiche a basso impatto e circolari, come quella a bassi livelli trofici, quella multitrofica e quella biologica. Inoltre, occorre garantire che la produzione di mangime per l’acquacoltura europea non abbia un impatto negativo sulla sicurezza alimentare di Paesi terzi. Per quanto riguarda invece la gestione dei potenziali conflitti con i cormorani, è inaccettabile la richiesta di escluderli dalla lista di specie protette della Direttiva Uccelli. Semmai, è necessario intervenire a livello locale affinando le soluzioni esistenti per consentire al settore di gestire eventuali problematiche. Investiamo allora nella ricerca, anche con il Feampa, e nell’assistenza agli operatori del settore, invece di lanciare una caccia alla specie che avrebbe gravissime conseguenze sulla biodiversità
Ecco il mio commento al voto del PE sul report “L’impegno per un’acquacoltura sostenibile e competitiva nell’UE: la strada da seguire”.
Commissione Pesca (PECH), Comunicati Stampa
Acquacoltura sostenibile non vuol dire dare la caccia ai cormorani. No alla proposta del Parlamento Ue
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