Comunicati Stampa
30 milioni di sussidi all’anno e valutazione d’impatto “light”: così l’Italia sta regalando i rigassificatori galleggianti alle lobby del gas
Altro che transizione ecologica e rinnovabili: con la scusa della guerra in Ucraina e delle sanzioni alla Russia, l’Italia sta aumentando a dismisura i soldi pubblici elargiti alle lobby del fossile. L’ultimo regalo è contenuto nel cosiddetto Dl Aiuti: siccome il governo prevede che arriverà meno gas dalla Russia (che ormai è il secondo fornitore dopo l’Algeria), allora vuole riempire il Mediterraneo di rigassificatori galleggianti per accogliere il Gnl, il gas naturale liquido, che compriamo dagli Stati Uniti, dal Qatar e dalla stessa Algeria. Per farlo, “al fine di limitare il rischio sopportato dalle imprese di rigassificazione”, il governo concede 30 milioni di euro all’anno per un periodo di 20 anni (dal 2024 al 2043) a chi realizza impianti di rigassificazione galleggianti.
Inoltre, pur trattandosi di impianti a rischio incidente rilevante, come definito dalla Direttiva 2012/18/UE, il governo italiano intende autorizzarne la realizzazione con una procedura di valutazione di impatto semplificata con ampio ricorso a deroghe, senza aver valutato quanti rigassificatori servirebbero realmente all’Italia. E senza considerare che il Gnl costa in media il 30-40% in più del gas naturale. Altro che aiuto alle nostre bollette.
Per queste ragioni, ho chiesto alla Commissione di indicare se ritiene che tale provvedimento sia contrasto con gli obiettivi sanciti dal Green Deal e dal pacchetto Fit for 55. E se i rigassificatori dovrebbero essere sottoposti a una valutazione d’impatto rigorosa e priva di deroghe, considerato il rischio di incidente rilevante.
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