Nonostante i messaggi confortanti relativi alla ripresa dell’occupazione, il lavoro a tempo pieno a livello di Unione è ancora a livelli inferiori a quello del 2008.
L’ottimismo sui tassi di occupazione è imputabile in molti casi a un incremento di contratti a zero ore, ma anche a un ventaglio di formule atipiche che intaccano diritti e dignità del lavoro.
La precarietà ha subito un’impennata soprattutto negli ultimi 10-15 anni, specie nell’edilizia, nell’agricoltura, nell’arte, nell’aviazione e nel settore alberghiero.
C’è poi il fenomeno del caporalato, parecchio diffuso in Italia ma noto anche in altri paesi europei, che è assimilabile alla schiavitù. E’ una forma illegale di reclutamento e organizzazione della manodopera, specialmente agricola ed edile, attraverso intermediari (i caporali) che assumono, per conto dell’imprenditore, operai giornalieri al di fuori dei normali canali di collocamento, senza alcun rispetto dei contratti previsti, impossessandosi di gran parte del loro salario e spesso segregandoli.
Da questo punto di vista c’è ancora molto da fare, ma le azioni contro il lavoro precario e sommerso previste dalla proposta vanno nella giusta direzione. Per questo motivo il mio voto è favorevole.
Commissione Agricoltura (AGRI), Comunicati Stampa
Stop al caporalato
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